La morte ai tempi di Flickr

Due giorni fa ho appreso dal telegiornale del recupero della salma di un fotografo tedesco che era disperso sull’Etna da Sabato pomeriggio. Quest’ultima notizia mi era sfuggita. Il nome del fotografo era Thomas Reichart, un nome che mi è subito suonato familiare, da amante della fotografia e dell’Etna. In particolare, da utente di Flickr, avevo spesso visto le sue foto e avevo avuto modo di apprezzarne la sensibilità, la tecnica e l’amore che ne traspare verso questa nostra montagna. Thomas è morto per una fatalità che probabilmente incombe sul destino di tutti i grandi fotoreporter, sia per mestiere che per semplice (grande) passione, come lo era Thomas.

Lultima fotografia online di Thomas
L'ultima fotografia online di Thomas

L’ “errore” sta nell’aver scelto di affrontare la Montagna da solo: l’Etna è un vulcano apparentemente facile da visitare, ma ci sono zone in cui basta una semplice slogatura per non potere essere salvati da altro che dall’elisoccorso. Se si perdono i sensi o non si è in grado di comunicare, anche un incidente banale può risultare fatale. Thomas non era certo un novellino e questa sua ultima faceva parte di una lunga seguenza di uscite sull’Etna, ma una lastra di ghiaccio lo ha fregato e a poco è valso l’SMS di richiesta di soccorso che è riuscito a inviare poco prima di scivolare – probabilmente – nel lungo sonno in cui la sua amata montagna lo ha abbracciato per l’ultima volta. Per ironia della sorte, il luogo che gli è stato fatale non è lontano da quello ritratto nella sua ultima fotografia su Flickr.

Quel che colpisce, a parte l’ovvia tristezza del fatto in sé della dipartita così precoce di un giovane di soli 32 anni (caso quasi unico, per altro, di morte sull’Etna), è il fatto che lo spazio su Flickr di Thomas si sia rapidamente trasformato in un mausoleo dedicato alla sua passione. In particolare, l’ultimo scatto ha raccolto, da poche decine di visite e sette commenti che vi erano dalla mia prima visita dopo aver saputo dell’incidente, ben 6267 visite e 233 commenti. Una vera e propria camera ardente virtuale che ha accolto quanti avevano conosciuto a vari livelli Thomas prima dell’incidente (sia materialmente che tramite Flickr) e quanti hanno saputo della cosa tramite i mezzi di stampa e sono andati a vedere le sue opere. Un lungo, inarrestabile, commosso pellegrinaggio. Sarebbe auspicabile che i gestori di Flickr mantenessero attivo il suo account PRO per permettere alle sue opere di essere ammirate virtualmente per sempre.

Detto ciò, aggiungo che capisco il suo “errore”: infatti sono centinaia i fotografi morti affrontando la propria “montagna” (la si chiami “fronte di guerra”, “ambiente naturale estremo”, “zona politicamente calda”, o in altro modo) in solitudine. La solitudine è probabilmente la condizione che accompagna il vero fotografo nella sua attività: non è facile trovare qualcuno con cui condividere le ore di attesa perché ci siano le giuste condizioni di luce, la giusta forma delle nuvole, il giusto colore, perché quel passante su un milione attraversi lo scenario, perché dallo scatto traspaia la storia che vuoi narrare. Sono sicuramente momenti di grande intimità tra il fotografo e il suo soggetto, momenti che non è probabilmente possibile condividere se non con poche persone e in rare circostanze. Questo aumenta in me la consapevolezza dell’importanza del ruolo dei Fotografi come occhio critico dell’umanità, capaci di portarci in luoghi e momenti della storia che sarebbe impossibile descrivere anche con milioni di parole.

Quindi GRAZIE Thomas per le tue foto meravigliose e goditi il panorama da lassù.
E GRAZIE Flickr se le lascerai lì per tutti noi.

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