Come i miei amici sanno (se ne parlava ieri sera a cena con alcuni di loro), sono nell’apparentemente triste condizione di essere a dieta. Questo comporta un piccolo (e, a mio avviso, divertente) sforzo di fantasia in più nell’approccio ai fornelli.
Con la metaricetta di oggi inauguro una – spero – non troppo breve serie di articoli sulla cucina. Si tratta di metaricetta perché non ci sono algoritmi o quantità prefissate, tutto è lasciato all’ispirazione del momento, per cui chiunque volesse cimentarsi nel rieseguirle dovrà metterci del proprio.
🙂
Ed ecco come sono nati i miei calamari indoeuropei in umido.